Il calazio è un’infiammazione su base non infettiva delle ghiandole di Meibomio. Queste strutture sono disposte trasversalmente nelle palpebre inferiori e superiori, dove contribuiscono a produrre lo strato oleoso del film lacrimale. Se i dotti escretori delle ghiandole di Meibomio poste sul margine palpebrale si occludono, avviene lo stravaso di composti lipidici nei circostanti tessuti molli della palpebra; ciò determina il caratteristico gonfiore palpebrale. I calazi sono spesso associati a blefarite cronica.
Il calazio si caratterizza per l’improvvisa comparsa di una tumefazione focale (circoscritta) della palpebra, in corrispondenza della ghiandola coinvolta nell’infezione; oltre ad essere gonfia la palpebra è interessata da iperemia, che la rende arrossata. Col passare del tempo, il calazio tende a divenire un nodulo tondeggiante che, a differenza dell’orzaiolo, è indolore. Solitamente, questo rigonfiamento finisce col spurgare sulla superficie interna della palpebra, svuotandosi, o regredisce spontaneamente in 2-8 settimane. Per accelerare la guarigione, può essere utile l’applicazione di impacchi caldi. Quando i calazi sono di grandi dimensioni e refrattari al trattamento, invece, può essere eseguita l’incisione (seguita da detersione chirurgica) o l’iniezione intralesionale di corticosteroidi.