La terapia fotodinamica (PDT), è una tecnica terapeutica in due fasi in cui la applicazione di principi fotosensibilizzanti è seguita da irradiazione con luce visibile. In Dermatologia PDT è usata per il trattamento di neoplasie non-melanocitarie: lesioni come cheratosi attiniche (AK) e altre lesioni come alcune forme di basalioma o carcinoma basocellulare (BCC) e malattia di Bowen (BD). La fotosensibilizzazione, generando specie reattive dell’ossigeno (ROS), e successiva ossidazione di lipidi, aminoacidi e proteine, induce necrosi cellulare e apoptosi. Inoltre, i ROS indirettamente stimolano trascrizione e rilascio di mediatori infiammatori. I fotosensibilizzanti sono selettivi, in quanto penetrano e si accumulano nelle cellule tumorali o endotelio dei vasi di nuova formazione, evitando in genere il tessuto sano circostante.
PDT in altre applicazioni in dermatologia
In alcune dermatosi infiammatorie, PDT presenta un ruolo probabilmente nella modulazione della funzione cellulare. Nelle condizioni cutanee infiammatorie i protocolli terapeutici di PDT sono significativamente diversi da quelli utilizzati nel trattamento di tumori, con basse dosi di luce e di fotosensibilizzanti.
Acne. I meccanismi di azione possibile nell’acne sarebbero: attività sul C. acnes, riduzione della produzione sebacea e della ipercheratosi follicolare.
Verruche virali. Verruche delle mani, piedi e genitali (condilomi acuminati), indotte da virus del papilloma umano (HPV) hanno alto tasso di recidiva. La PDT è stata studiata per tali applicazioni.
Morfea o Sclerodermia Circoscritta. Consiste in una condizione infiammatoria cronica della pelle accompagnata da circoscritta sclerosi cutanea.
Fotoringiovanimento. Nella pratica dermatologica è stato introdotta la terapia fotodinamica con l’obiettivo di ottenere un processo di fotoringiovanimento, anche con l’uso di impulsi laser a colorante.