LA VISITA DERMATO-TRICOLOGICA

La visita tricologica è il primo passo per iniziare un percorso di cura efficace per un qualsiasi problema di capelli.

Anzitutto, qual’è la figura professionale che deve effettuare questa visita?

Se si effettua ad oggi una ricerca nei più importanti motori di ricerca utilizzando il termine – Tricologia o Tricology – la confusione è totale: con tale dicitura difatti si sottolineano le più disparate acquisizioni in materia di capelli, che spaziano dal mondo della moda e delle tendenze ai famigerati ritrovati per le crescite “miracolose” a strumentazioni fai-da-te, tutte da dimostrare…

Il Dermatologo, ovvero l’unica figura che può applicare la Scienza Tricologica, è relegato in posizioni poco visibili all’utenza: compito di questo articolo è quello di rendere il più chiaro possibile che è il Medico Specialista in Dermatologia, l’unico che può occuparsi della salute e pertanto delle patologie del cuoio capelluto.

Visita Tricologica

Stabilita la premessa, veniamo a conoscenza delle più classiche applicazioni cliniche e diagnostico-strumentali che sono effettuabili all’interno di una visita Dermatologico-Tricologica:

1. La raccolta dei dati anamnestici remoti e prossimi del paziente

Questo primo punto riveste importanza fondamentale: spesso è proprio il paziente e la sua storia clinica ad orientare lo specialista nella formulazione della corretta diagnosi. Compito del Dermato-Tricologo è quindi quello di ascoltare attentamente il proprio paziente per saggiare non solo l’attinenza clinica a quanto affermato, ma anche, il grado di ricettività di fronte al prospetto di una diagnosi e di una eventuale cura. Spesso il paziente ha già accumulato esperienze, positive o negative, ha già tentato delle strade mediche e non, ha ascoltato diversi e spesso dissimili pareri da parte del farmacista sotto casa, dell’amico “con lo stesso problema”, del conoscente che “ha risolto il suo stesso caso”, oppure ha letto le tante, spesso troppe e non controllabili indicazioni che la rete ci porta fin dentro casa. La fase 1 è quindi quella più cruciale: la stessa che potrà dire se quel paziente dopo la visita, gli esami strumentali e la diagnosi, sarà in grado di seguire una terapia, ma soprattutto di fidarsi del proprio Dermatologo Tricologo e quindi, di affidarsi alle sue cure.

2. La raccolta dei segni clinici: la visita del cuoio capelluto e dei capelli

In questa fase, al paziente viene richiesto di sedersi su una poltrona o sedia per l’analisi generale dello stato dei capelli e del cuoio capelluto: l’esame deve essere effettuato per mezzo di una lampada dermatologica con ingrandimento 3 o 5X. In questa fase si analizza la presenza di segni clinici macroscopici indicativi di una situazione patologica: l’esplorazione, l’effettuazione di test manuali come il pull-test, il test al cartonfeltro, il test della scriminatura, la valutazione macroscopica delle radici del capello, sono i più classicamente effettuati.

3. La dermatoscopia in epiluminescenza del cuoio capelluto

Di recente introduzione, la dermatoscopia del cuoio capelluto (che si effettua allo stesso modo della dermatoscopia in epiluminescenza per il controllo dei nei) una tecnica anch’essa non invasiva, rapida ed indolore al paziente, garantisce una serie di dati che solo la valutazione digitale può garantire: dal diametro medio dei capelli (indice di progressione della calvizie) alla densità locale (che varia da uomo a uomo, ma che può subire variazioni settoriale o globali in particolari condizioni patologiche, non solo relegabili alla calvizie – vedi lichen plano pilare, areata cicatriziale in primis): ovviamente, in tale sede tralasciamo altri test invasivi e mininvasivi (dal fototricogramma, al tricogramma, alla biopsia del cuoio capelluto) effettuabili solo in particolari condizioni e dopo consenso informato su ogni specifica procedura.

4. La proposta terapeutica

Ciascun paziente, prima di una terapia deve poter comprendere a cosa serva quella terapia, cosa possa produrre quella terapia e per quanto tempo dovrà protrarre la stessa: nell’ambito del consenso informato verbale al paziente queste scelte saranno fondamentali, per quella “compliance” cui si faceva precedentemente riferimento.

5. La stesura della terapia

Una volta chiarita la diagnosi e proposta la terapia il passo è breve: la ricetta dovrà sempre essere accompagnata da una precisa posologia e modalità di somministrazione, poiché sovente il paziente può dimenticare come assumere od applicare un farmaco, dissolvendo quindi per mesi i potenziali benefici di una terapia adeguata.

6. Il prossimo controllo

Non deve mai essere troppo ravvicinato, a meno di particolari condizioni, ma deve lasciare il tempo di far agire i farmaci e far rispondere i capelli: per una calvizie (AGA) non dovrebbe essere inferiore ai 4-6 mesi.

7. Il contatto con il medico

Ultimo e fondamentale non dimenticare che il medico è sempre reperibile per ogni chiarimento di terapie, o andamento del quadro clinico: recarsi e contattare lo stesso specialista e chiedere ad Egli lumi su questi aspetti è la nota principale: solo chi prescrive la terapia e conosce il quadro può intervenire per la sua modifica o modulazione.

Affidatevi al vostro dermatologo di fiducia

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